La faida insanguina Melito. E non risparmia nessuno. Donne e ragazzini sono l’obiettivo dei killer. Alla base sempre e solo un business quello della d
La faida insanguina Melito. E non risparmia nessuno. Donne e ragazzini sono l’obiettivo dei killer. Alla base sempre e solo un business quello della droga, la gestione delle piazze di spaccio che fanno incassare milioni di euro. Teatro della guerra, ancora una volta, è stata via Giulio Cesare. L’ennesimo bollettino di guerra riporta due morti e un ferito, un 15enne, imparentato con gli Amato-Pagano. Un mese fa, ad essere uccisa fu Giovanna Arrivoli, conosciuta come Gio, fino a ieri, l’ultima vittima dell’orrore dei clan della zona a nord di Napoli. Ora alla conta dei morti ammazzati e delle lupare bianche, ben tre, bisogna aggiungerne altri due. Alessandro Laperuta, 30 anni, numerosi precedenti penali, detto «banana», del rione Salicelle di Afragola e un suo scagnozzo, Mohammed Nouvo, stessa età, originario del Marocco, morto qualche ora in ospedale per le gravi ferite riportate. Da quell’inferno di pallottole esplose da un solo killer che, armato di pistola automatica Smith&Wesson ha fatto irruzione in un appartamento al quarto piano di un isolato del quartiere di Padre Pio, è riuscito a sottrarsi un quindicenne. Non un ragazzetto qualunque ma addirittura il nipote di Raffaele Amato detto «Lello o spagnuolo» e Cesare Pagano, meglio noto come «Cesarino», i due boss, che hanno innescato la prima faida di Scampia, con la scissione dai Di Lauro, che hanno sulla coscienza qualche centinaio di morti. I carabinieri indagano per avere certezze su chi fosse il vero obiettivo. I due uccisi non sono considerati pezzi da 90. Il ragionamento investigativo porterebbe gli inquirenti a supporre che chi ha fatto fuoco al quarto piano di via Giulio Cesare voleva uccidere il rampollo della famiglia Amato-Pagano. Un’ipotesi suffragata dalle ferite al torace. Il killer ha mirato al cuore per uccidere. E nel caso fosse accertata questa ipotesi, le due vittime avrebbero svolto il ruolo di guardaspalle del giovane rampollo della camorra. Secondo gli investigatori, i Di Lauro, con il latitante Marco, figlio di Paolo Di Lauro, si sarebbero riorganizzati e sarebbero più forti di prima. La guerra è iniziata e il fronte d’azione si è allargato anche a Giugliano, Marano e sulla fascia costiera. La droga, il mercato degli stupefacenti fa gola alla camorra Spa.